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EFFETTI SUL FEGATO DEI CORTICOSTEROIDI
Dott. Giuseppe Larosa
Da alcuni anni, fortunatamente, tranne in alcune patologie per le quali è inevitabile l'uso di questi farmaci, abbiamo diminuito notevolmente l'utilizzo (giornaliero) dei corticosteroidi per alcune frequenti terapie sintomatiche sui nostri pazienti animali.
La stessa diminuzione, nell'uso dei corticosteroidi, si è fatta in campo umano, da quando si è scoperto che accanto ai "poteri miracolosi" dei cortisonici, si rendevano evidenti altrettanti, se non peggiori, effetti collaterali.
In modo particolare, questi effetti si evidenziavano con l'uso di elevati dosaggi, oppure quando, venivano utilizzate per la terapia, le forme deposito di questi farmaci, che una volta inoculate per via intramuscolare, rilasciano, per lungo o lunghissimo tempo, elevate dosi di corticosteroidi nel torrente ematico.
In questo articolo, , voglio parlare, di quello che questi farmaci possono causare a livello epatico, importantissimo organo considerato il laboratorio del corpo animale.
L'uso, non corretto di corticosteroidi, può causare un'epatopatia vacuolare, causata sia da un eccesso di cortisonici esogeni (somministrati con i farmaci), sia endogeni (prodotti dal proprio organismo), che portano all'aumento, in circolo, di alcuni enzimi che ci indicano che il fegato "sta soffrendo", un campanello di allarme che può a volte essere interrotto se le formulazioni somministrate non sono a lento e prolungato rilascio (forme retard).
Fortunatamente, per noi e per loro, questo tipo di epatopatia, ha un carattere di reversibilità, e quando, la quantità eccessiva di corticosteroidi viene smaltita, il fegato e le vie biliari, quasi sempre, ricominciano a funzionare normalmente.
Il cane, è maggiormente sensibile a questi farmaci, ma ogni paziente, risponde in modo strettamente individuale.
Alcuni possono presentare questa patologia con la somministrazione di basse dosi, o addirittura con la somministrazione di colliri che contengono il farmaco, per altri è invece necessario un elevato dosaggio, somministrato per via intramuscolare ed in forma retard.
Oltre a questa differente sensibilità, che si differenzia da individuo ad individuo, si è notata pure una differenza di reazione in base alla razza, tanto che, alcune razze, come il barboncino, il boxer, il bassotto, il beagle ed il pastore tedesco sono quelle maggiormente predisposte a presentare questo problema.
Il gatto, invece, è meno sensibile a questa forma di epatopatia, tanto che, da alcuni autori, viene considerata una rara epatopatia, ma non per questo si deve abusare nella somministrazione di corticosteroidi in questo animale.
Il principale sintomo clinico, per il quale il paziente viene portato in ambulatorio a far visitare è l'aumentata produzione di urina, che fa sì che il cane urini in casa, sia durante le ore notturne che diurne, mettendo a dura prova i nervi del proprietario che deve aumentare le pulizie e, per evitare il ripetersi della spiacevole incontinenza, deve portare con maggiore frequenza il cane fuori a fare i propri bisogni.
In aggiunta a questo sintomo, il proprietario riferisce che il proprio cane beve di più, ha molta più fame rispetto a prima e spesso dorme con maggiore frequenza rispetto a prima, è meno vivace del solito, è letargico.
Se il problema è presente da molto tempo, vengono inoltre riferiti la perdita di pelo in alcune aree cutanee, una maggiore debolezza muscolare e la notevole distensione dell'addome.
A questo punto ci si pone di fronte al quesito: sono di fronte ad un'epatopatia vacuolare da corticosteroidi o mi trovo in presenza di una patologia ancora più grave che mi dà una simile sintomatologia?
Gli esami di laboratorio, le radiografie, l'esame ecografico ed un'eventuale biopsia epatica ecoguidata o effettuata attraverso una laparoscopia o una laparotomia esplorativa, ci porta ad una diagnosi certa, in modo da poter così, instaurare, una corretta terapia.
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